«Il presente lavoro monografico si sviluppa intorno all'evidente rivoluzione che ha caratterizzato il ruolo delle università nel corso del tempo: da istituti dediti all'istruzione superiore e nati con l'intento di perseguire l'unica missione della didattica, le università sono state infatti chiamate a svolgere altri due compiti ben precisi, rappresentati dalla ricerca e poi dall'impegno a contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società, noto come "Terza Missione". Più nello specifico, l'obiettivo di questo testo è quello di analizzare la Terza Missione delle università in chiave strategica, investigandone gli aspetti legati alla valutazione, nonché alla misurazione della performance. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli e colma un gap nella letteratura, offrendo una sistematizzazione delle conoscenze su un tema ancora molto discusso e poco chiaro, sia per quanto riguarda la terminologia utilizzata che le implicazioni legate al processo di valutazione. Il primo capitolo ripercorre le principali tappe nella storia dell'università e quindi le due rivoluzioni accademiche che hanno attribuito alle stesse anche il compito della ricerca e poi quello della Terza Missione. All'interno di una società e di un'economia basate sulla conoscenza, si sottolinea la centralità dell'università percepita come patria della stessa, ma anche come responsabile del suo trasferimento e della sua applicazione pratica. In tal senso, si propone un'analisi dei diversi modelli di trasferimento della conoscenza che si sono susseguiti nel corso del tempo. Dal Modo 1 si è passati al Modo 2, per arrivare poi al modello della tripla elica (Etzkowitz, Leydesdorff, 1995, 2000) che, aggiornato tramite l'introduzione di una quarta e quinta elica, invita le università a favorire pratiche di sostenibilità a più livelli: economico, sociale ed ambientale. Il secondo capitolo è, invece, interamente dedicato alla Terza Missione: in un contesto che non manca di confusione, l'obiettivo è quello di definire e formalizzare, per quanto possibile, il concetto in questione...» (Dalla Prefazione)