LA SOVRANITA' ASSENTE

Come è stato possibile che si sia finiti col parlare d'Europa come di un sogno da cui meglio sarebbe risvegliarsi? Secondo Barbara Spinelli l'Europa è a un bivio ma si comporta come se non lo sapesse. Il tuonare dei governi contro gli eurocrati distruttori del sogno europeo è una scusa per nascondere le loro responsabilità. La trojka che ha vessato Grecia, Portogallo, Irlanda, è una loro creazione e lo è anche il Fiscal compact che incombe sulle nostre già fragili finanze. Sono gli Stati ad aver deciso di rispondere alla crisi scoppiata nel 2007 uccidendo la vocazione solidale dell'Unione, ignorando le ragioni per cui nacque, opponendo i paesi forti del centro alle sue nuove periferie. Occorre ripartire dalla visione del Manifesto di Ventotene per far si che il Parlamento europeo esca dal suo sonno e scriva finalmente la Costituzione che i cittadini europei non posseggono e cui hanno diritto. Che metta l'economia e la moneta al servizio della politica e dei cittadini: non il contrario come avviene oggi.

L'Europa com'è andata sviluppandosi, i modi in cui la crisi viene da anni gestita dai governi e da Bruxelles sono singolari. È come se vivessimo conficcati in una storia predeterminata. All'Europa cosí com'è «non c'è alternativa» si dice. Ma è davvero cosí? Cure di austerità, divisione tra centro e periferie meridionali, disfacimento della democrazia e delle costituzioni nazionali – come ineluttabile danno collaterale di una stabilità politica eretta a valore etico incondizionato. L'Europa, cosí come viene raccontata, non può che contraddire la sua stessa ragion d'essere, trasformandosi in un congegno senza volto, grazie al quale 28 stati simulano un'Unione che è principalmente di natura economico-finanziaria. Doveva essere lo strumento di una nuova res publica postnazionale, e ha finito per incarnare un'Europa governata da mercati impersonali, un'istituzione incapace di configurare con efficacia una sovranità superiore a quella già compromessa degli Stati nazione. Dalla democrazia perduta al ruolo del Parlamento, dalla rappresentanza all'esercizio del potere, Barbara Spinelli affronta il tema fondamentale della sovranità e, passando in rassegna le molte storture che incrinano il funzionamento e il significato stesso dell'Unione, riflette sugli strumenti necessari a restituire ai cittadini la facoltà di decidere e di trovare ascolto.

Barbara Spinelli è stata tra i fondatori del quotidiano «la Repubblica» per passare, tra il 1984 e il 1985, al «Corriere della sera» e infine a «La Stampa», prima come corrispondente da Parigi, dove tuttora lavora e vive, poi come editorialista – attività che è tornata a svolgere, ormai da parecchi anni, anche per «la Repubblica». I suoi ultimi libri: Il sonno della memoria. L'Europa dei totalitarismi (Mondadori, 2004); Ricordati che eri straniero (Qiqajon, 2005); «Una parola ha detto Dio, due parole ne ho udite». Lo splendore delle verità (Laterza, 2009); Moby Dick o l'ossessione del male (Morcelliana, 2010) e Il soffio del mite (Qiqajon, 2012).