L'incontro tra la scienza e l'Europa avviene nel XII secolo. Il rapporto che si instaura è intenso e profondo, ma la "grande crisi del Trecento" ne interrompe presto lo sviluppo. È nel Quattrocento che l'Europa riscopre la scienza, in particolare a Firenze. Pionieri di questo nuovo inizio sono Brunelleschi, Donatello, Masaccio, artisti che studiano la matematica per meglio rappresentare la realtà fisica, e su tutti Leon Battista Alberti, teorico della prospettiva. Il connubio tra scienza e arte dà avvio al Rinascimento, un fenomeno culturale, ma anche e soprattutto scientifico, che ha uno stretto legame con l'origine e l'affermarsi di nuove manifatture e forme di produzione, e che è la (necessaria) premessa della "rivoluzione scientifica del Seicento", nonché della nascita della "scienza moderna" in Europa. Grazie anche al rapporto con la scienza, l'Europa cambia il proprio ruolo nel mondo, e da appendice marginale dell'Eurasia si impone come uno dei luoghi più ricchi economicamente e più vivaci culturalmente, assumendo quella leadership che durerà per quasi mezzo millennio e inizierà a vacillare solo nel XX secolo. In questo volume, il secondo di una serie, Pietro Greco ci trascina ancora una volta nei meandri della storia, e con il suo stile sempre accessibile e sempre coinvolgente ci guida alla scoperta dell'Europa rinascimentale.