Una diatriba che affonda le radici nella notte dei tempi è sicuramente quella della presunta differenza antropologica tra il Nord e il Sud dell'Italia. Sulla scia delle teorie di Cesare Lombroso - noto per aver affermato che l'origine del comportamento criminale andrebbe rintracciata nelle caratteristiche somatiche dei delinquenti stessi -, alla fine dell'Ottocento si affermò nel nostro Paese la teoria razziale secondo cui i meridionali sarebbero inferiori e i settentrionali superiori. La cosiddetta "teoria della razza maledetta" ha finito per generare un sentire comune e diffuso, all'origine di stereotipi ancora oggi operanti e che ritroviamo nel cinema, nella letteratura, nella politica, nel calcio... Nonostante l'opposizione di numerosi studiosi, questa teoria si è allargata a macchia d'olio e il pregiudizio antimeridionale resiste ancora oggi, in vecchie e nuove forme. Mentre una sempre latente e minacciosa proposta di autonomia differenziata rischia di frantumare definitivamente l'Italia nata con la caduta del fascismo e la Costituzione repubblicana, riuscirà il Sud a scrivere una nuova narrazione e a inventare nuove azioni politiche capaci di contrastare la desertificazione delle aree interne di tutto il Paese e di opporsi con efficacia a un sovranismo separatista, localista, razzista?