Sono trascorsi più di venti anni da quando uscì il libro del Professor Claudio Pedrazzini dedicato all'attuale Stazione Centrale di Milano 1 . A quel tempo non frequentavo il Professore, ma ero rifornito dei suoi libri da un comune e indimenticato amico, Mario Bicchierai, che me li procurava in anticipo sulla normale distribuzione nelle librerie e (non trascurabile vantaggio) anche con uno sconto sul prezzo di vendita. Frequentavo spesso la Stazione Centrale di Milano sia per lavoro che per motivi familiari, per un grosso nucleo di parenti residenti nel capoluogo meneghino e pertanto mi buttai a leggere avidamente le pagine dedicate alla sua progettazione, costruzione ed esercizio per scoprirne gli angoli segreti. Esaurita la voglia di conoscenza primaria tornai successivamente alle prime pagine del libro dove il Professore narrava succintamente la storia della PRIMA stazione Centrale di Milano e ne rimasi ammaliato. Mi resi conto che nulla avevo mai saputo della stazione storica, avevo visto solo alcune fotografie e letto il testo di Claudio: mi venne spontaneo chiedermi dove fosse posizionata e soprattutto come i treni potessero giungere fin lì. Riposi nella mente le mie curiosità fino a qualche anno fa quando, diventato suo collaboratore, in occasione dei nostri viaggi storico/turistici costringevo Claudio (senza grande sforzo, in verità) a parlare della Stazione scomparsa e a percorrere i luoghi in cui era il suo fabbricato e il rilevato ferroviario che conduceva i treni fino al bivio dell'Acquabella. Ecco perciò le nostre passeggiate lungo viale Tunisia, viale Regina Giovanna, piazza Maria Adelaide, via Giustiniano, via Gaio, via Sidoli, piazzale Susa e viale Argonne per ricercare i luoghi del passato. E sempre quando s'arrivava in piazza Maria Adelaide si percorreva un tratto della via degli Scipioni dove era l'abitazione dell'ingegner Bruno Bonazzelli, venerato Maestro che con i suoi scritti di storia ferroviaria sulla rivista "H0 Rivarossi" mi avviò alla scoperta del mondo dei treni. Ad ogni angolo caratteristico Claudio mi segnalava dove era stato un sottopasso, un monumento caratteristico o mi spiegava i segreti della famosa Ca' Brutta, che invece é tanto bella e altrettanto cara ai Milanesi. Cose che tutte avete ritrovato nel libro, ma la specifica caratteristica del Professore è quella di riuscire a ricreare l'atmosfera del tempo, di farvi vedere i brumisti, il Palazzo della Stampa, il fuoco dell'incendio del fabbricato viaggiatori e l'eroismo di pompieri, militari e semplici impiegati, la nebbia misteriosa di quegli anni, il profumo delle grandi nobili dame, re e regine, o farvi vedere con belle foto di automobili e di tram quando ancora in Italia si circolava sulla mano sinistra. Ecco come arrivano nel libro i quadri che abbellivano le stanze della stazione, gli articoli del "Corriere della Sera" che raccontano fatti grandi e piccoli intorno a quell'universo che fu la stazione, scopriamo i lunghi studi per un semplice spostamento di un passaggio pedonale e la rapida e drastica decisione per il rifacimento della intera cintura ferroviaria milanese, i viaggi di eroi nazionali, di grandi compositori, di politici potenti. Io sono rimasto affascinato, ma son sicuro che anche voi lo siete stati.
"Saluti a grande velocità"!
Giorgio Morocutti