"Da subito ho saputo che La Misura di tutto avrebbe contemplato illustrazioni, paratesti e scrittura a mano. Le storie che penso, che sogno, che leggo si portano dietro un tale bagaglio di immagini che difficilmente avrei privato questo romanzo della loro ricchezza. Sono figlia dell'analogico, ma l'avvento del digitale ha nutrito il mio istinto iconografico. Da anni sovrascrivo le foto che pubblico sul mio blog. Prendo la mia tavoletta grafica e riempio le foto di pensieri, lemmi, citazioni. Pagine di libri che ho divorato, foto scattate nei contesti più disparati, ritratti di persone di cui racconto fatiche e progetti sono stati chiosati dalla mia grafia. Mi è sempre sembrato che questa azione dovesse agire come aggiunta, come un'estensione di senso. Ho cercato di metterla prima di tutto al servizio del messaggio.
La Misura di tutto è pensato come un taccuino di una donna, una tabula rasa che si costruisce man mano che la vita accade. La mia protagonista, Nina, manda ancora cartoline, ma ha una mente figlia dei tempi. Il suo pensiero corre lungo una traiettoria di senso veloce, costantemente arricchita da sollecitazioni di varia natura, incalzanti e immediate. Sottolineature, annotazioni a margine, cancellature e citazioni. Tutta questa parte più grafica illustra i suoi percorsi mentali. La storia delle avventure di Nina, dello scultore Gerlando Barreca e del misterioso Cesare Crotti procede anche grazie a interviste, appunti scritti a mano e infinite liste di opzioni. Penso che queste aggiunte, ancora prima di nutrire gli occhi, abbiano fornito un ottimo supporto alla trama, complicandola, rendendola più vicina alla realtà, amplificandone le voci e i punti di vista.
I miei personaggi vivono nelle loro azioni quanto nelle loro cancellature, nei pensieri che hanno sparso lungo il corso della loro esistenza, nel loro impegno a lasciare qualcosa di sé, qualcosa di buono e utile.
La misura di tutto è Nina. Questa presa di coscienza semplice, ma dalla portata rivoluzionaria la coglie all'improvviso, in una delle tappe del suo lungo viaggio verso Lampedusa. Essere la misura di tutto significa non temere più la propria asincronicità rispetto agli eventi che caratterizzano la vita e le priorità della maggioranza, significa sentirsi bene anche senza rientrare negli stampi preformati dalle regole sociali. Essere la misura di tutto significa testare il proprio cammino su un contapassi personale, disancorato da misurazioni e parametri universali." Camilla Ronzullo