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ARGOMENTO:  LIBRI > FILOSOFIA > TESTI E STUDI

milanesi pier giuseppe - la mistica della soggettivita'
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LA MISTICA DELLA SOGGETTIVITA' TRA RELIGIONE, FILOSOFIA E POLITICA


4 stelle su 5 1 recensioni presenti


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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Ibis

Pubblicazione: 02/2007





Trama

Questo scritto nasce dalla preventiva convinzione che religione e filosofia, spesso considerate come le espressioni più pure e profonde dell'animo umano, non abbiano affatto titolo per rivendicare tale priorità. Esse non sono affatto sfere "originarie", non esprimono effettive "verità", ma sono piuttosto allegorie e travestimenti di altre istanze primarie ancora più profonde e strutturali. Queste istanze primarie "autentiche" sono quelle del potere e del sapere nelle loro articolazioni reali, che si esprimono come religione e filosofia quando tali sfere vengono inibite, per ragioni storiche contingenti, nelle loro reali opportunità di sviluppo. Religione e filosofia si predispongono dunque come metafore, allegorie, bacini di ristagno, o come sistemi di gesti caricaturali ed emulativi, come un teatro che richiama sul piano dell'immaginario un processo storico di fatto inibito. La mistica della soggettività, oltre a proporsi come un contributo ideale per una più complessa teoria delle formazioni ideologiche, corrisponde anche a un progetto portato avanti dall'autore per la costruzione di una cultura post-religiosa che possa diventare fondamento e guida per una politica "positiva" a sua volta riformata.










Altre Informazioni

ISBN:

9788871642260

Condizione: Nuovo
Collana: MINIMALIA
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 188





I vostri commenti al Libro

1 recensioni presenti.

08/10/2007 Di roncast0
4 stelle su 5

E' un testo interessante e originale, che nella sua parte centrale affronta il tema più che dibattuto della "nascita del cristianesimo", però al di fuori degli schemi usuali delle indagini e inchieste su Gesù. Il cristianesimo, in questo libro, viene interpretato come il prodotto di un puro effetto storico generato da un sistema che si trova a governare due emergenze assolute: la ricerca di un principio di autorità per un sistema politico obeso (come quello romano) privo di un vero e proprio fondamento giuridico, da un lato, e dall'altro il tentativo di rompere e di sfuggire, con un colpo di forza teoretico o con un "salto" nella trascendenza, ai paradossi eleatici e alle risoluzioni sofistiche di un sistema teoretico-filosofico che impedivano di impostare nei suoi giusti termini il rapporto tra infinito e finito, tra continuo e discontinuo ecc. ponendo in qualche modo l'identità delle due sfere o la loro reciproca compenetrazione. L'interpretazione del cristianesimo serve però principalmente da paradigma e guida ad uno studio del rapporto tra i sistemi sociali e i loro apparati ideologici. Nella parte finale, questo testo si spinge ad osservare i processi di ideologizzazione come effetti di una frattura conseguente alla nascita del capitalismo. A seguito di questa analisi l'autore, in senso provocatorio, individua sorprendentemente nella fine della democrazia (ultimo pallido riflesso della "mistica della soggettività" e nell'avvento di un civiltà governata dalla macchine e ispirata dalle prassi indotte dal divenire della scienza (ossia nella "fine" della religione e della sorella-minore-filosofia, l'ultimo e definitivo stadio della "vera" redenzione dell'umano.



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