03/04/2006
Di violetta54
5 stelle su 5
“Quann’era picciliddro, una volta so patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna ‘n cielu era fatta di carta. E lui, che aviva sempre fiducia in quello che il padre gli diciva, ci aviva criduto. E ora maturo, sperto, uomo di ciriveddro e d’intuito, aviva nuovamente criduto come un picciliddro a dù fìmmine […], che gli avevano contato che la luna era fatta di carta”. Che altro dire sull’efficace connubio Camilleri-Montalbano che non sia già stato detto? Come sempre un libro permeato di frizzanti azioni e di altrettanti intuiti che vedono il nostro commissario misurarsi da una parte con la carnalità e la passionalità di due diversi tipi di donna e dall’altra con i suoi piu’ intimi pensieri di consapevolezza di una vecchiaia che avanza inesorabile e che lo rende piu’ fragile alle sue angosce permeando i suoi risvegli di pensieri di morte che s’avvicina. Cosi’,il nostro anti-eroe vorrebbe di nuovo credere che la luna è veramente fatta di carta,ma,ancora si rende conto che la realtà è molto diversa e non puo’ fiduciosamente abbandonarsi alle asserzioni anche se tanto lo desidererebbe. Un caso psicologicamente profondo e complicato in cui il protagonista viene “ rapito” palesando tutta l’empatia di cui è sempre stato capace. Una parola voglio spendere anche per l’attore Luca Zingaretti magistrale interprete televisivo del personaggio Montalbano e per tutti gli attori comprimari che traspondono visivamente questi romanzi senza farci rimpiangere nulla,ma anzi,arricchendo di particolari la nostra fantasia. Per cui oltre al perfetto accordo Camilleri-Montalbano è giusto plaudere all’ottima concordanza Camilleri-Montalbano-Zingaretti, armonia piuttosto rara tra letteratura e cinematografia che questa volta è invece appropriato ed opportuno rilevare.