A proposito degli avvenimenti dell'Otto Settembre 1943, Piero Chiara scrisse: «Fuga, esodo o diaspora, così venne chiamato il fenomeno, a seconda dei gusti, che ebbe i suoi varchi più praticati nel tratto di confine tra il Lago Maggiore e il Lago di Como, con una punta di preferenza tra le colline che da Viggiù digradano al Mendrisiotto e in particolare il valico doganale di Gaggiolo... Per tutto il mese di settembre continuò, a ritmi alterni, l'afflusso dei militari e dei civili, con la media di un civile ogni tre militari». Su questa complessa vicenda, su cui si innestarono ben presto, nel bene e nel male, centinaia di storie di disertori, dispersi, renitenti di leva, ebrei, antifascisti, soldati della Repubblica di Salò, partigiani della Repubblica dell'Ossola, calò nel dopoguerra un pesante silenzio.Questo studio, assieme al suo ricco e originale corredo fotografico, interessa il valico di Gaggiolo e la comunità di Stabio che in quei giorni si trovò in prima linea e diede una grande prova di solidarietà e di abnegazione, assieme ai reparti di guardie doganali e di militari che operavano su quel delicato settore di confine.