L'INGEGNERIA DEGLI ANIMALI

Unico detentore del linguaggio e del pensiero astratto, l'uomo crede di poter estendere questa unicità anche al suo assetto biomeccanico e alle sue facoltà sensoriali. In realtà, come dimostrano Mark Denny e Alan McFadzean in modo non di rado sconcertante, una così tenace prospettiva antropocentrica ha fondamenta fragili e illusorie. Il nostro scheletro non è adatto alla locomozione quanto quello di molti quadrupedi. E ognuno dei nostri sensi, per quanto efficiente, mostra nel confronto con altre specie carenze sia strutturali che funzionali: l'occhio ha un'acutezza quattro volte inferiore a quella di un falco pellegrino; e lo stesso vale per olfatto, udito e gusto, dove veniamo surclassati, nell'ordine, da talpe, gufi e panda minori. Persino le nostre più elaborate protesi tecnologiche, come quelle concepite per il volo, sembrano solo pallide imitazioni di congegni ingegneristici e cognitivi preesistenti: basti pensare all'ossatura robusta e leggera degli pteranodonti; al "veleggiamento dinamico" degli albatri, che permette di coprire lunghissime distanze con un minimo dispendio di energia; o all'orientamento nei colombi, "piattaforme volanti di rilevazione a distanza" dotate di strumentazione per la navigazione celeste, ricevitori acustici a banda larga, sensori di campo magnetico. Percorrendo questa impressionante varietà di soluzioni adattative, Denny e McFadzean risalgono all'incidenza delle leggi fisiche e matematiche e dei vincoli chimici sul processo evolutivo.

«Se, come noi, i polpi fossero capaci di alterigia, ci guarderebbero dall'alto in basso per come manchiamo della minima sensibilità alla luce polarizzata».

Unico detentore del linguaggio e del pensiero astratto, l'uomo crede di poter estendere questa unicità anche al suo assetto biomeccanico e alle sue facoltà sensoriali. In realtà il mondo animale offre numerosissimi esempi di strutture biologiche di gran lunga più efficienti non solo di quelle umane, ma anche delle nostre più elaborate protesi tecnologiche. Lo dimostra in modo dettagliato – e spiazzante – questo libro, che non solo illustra le più sbalorditive soluzioni 'ingegneristiche' che la natura ha sviluppato nel processo evolutivo, ma risale alle leggi fisiche e matematiche e ai vincoli chimici che le hanno determinate.

Un viaggio alla scoperta delle più sofisticate strutture 'ingegneristiche' della vita animale.

«Un saggio affascinante... Dopo aver letto questo libro, una passeggiata nel bosco non sarà più la stessa cosa» Publishers Weekly

Mark Denny, nato in Inghilterra nel 1953 ma da tempo stabilitosi in Canada, è un ingegnere aerospaziale specializzato in sistemi radar e sonar. Dal 2005 è anche autore di popolari libri scientifici, tra cui Ingenium. Five Machines That Change The World (2007), Froth! The Science of Beer (2009) e Super Structures. The Science of Bridges, Buildings, Dams, and Other Feats of Engineering (2010). Alan McFadzean è consulente per alcune aziende energetiche. L'ingegneria degli animali rappresenta il suo esordio come scrittore.