Un romanzo ambientato in una Londra del futuro cupa e spettrale ridotta ormai in macerie, dove la protagonista vaga con la sua telecamera. Attraverso i suoi occhi l'autrice mette in contatto il lettore con i suoi incubi metropolitani e pone al centro della narrazione lo sguardo. È il modo di guardare che determina il contesto o, al contrario, è il contesto a trasformare gli individui, fino a manipolarli, a privarli degli occhi, sostituendoli con obiettivi di videocamere a programmazione mediatica?