L'ASSASSINA

Chadula, contadina e vedova, si procura da vivere usando erbe e intrugli per guarire gli abitanti del suo paesino, situato su un'isola tutta pietre e cespugli. Intorno a lei c'è solo miseria. Molti dei suoi figli sono scappati all'estero, mentre le figlie sono rimaste - e con esse il fardello del loro mantenimento. Sull'isola, il destino delle donne è un destino di sofferenze e privazioni, e chi ha figlie femmine deve rassegnarsi al disastro economico quando, per maritarle, dovrà dar loro una dote, o quando, rimaste zitelle, dovrà continuare a mantenerle. Chadula, guidata da un folle istinto e convinta di agire per mano di Dio, proverà a porre fine alle sofferenze dei suoi compaesani. Considerato in patria il "santo" della letteratura greca moderna, Alexandros Papadiamantis concentrò nel suo capolavoro una storia di delitto e castigo ambientata nella terra povera e aspra che ben conosceva. Magistrale per penetrazione psicologica e tensione narrativa, Papadiamantis fa dell'isola il secondo protagonista del romanzo, con descrizioni di una natura di valli, pianure, montagne e mare, secondo una lunga tradizione greca che ha avuto nell'ekphrasis la sua più tipica manifestazione retorica.

Chadula, contadina vedova con nomea di fattucchiera, vive nell'isola (mai nominata) di Skiàthos, dove si mantiene usando erbe e intrugli per guarire i malati. Fino a quando un istinto demoniaco la trasforma nella carnefice seriale di giovani bambine. Le uccide pensando di agire con approvazione e ispirazione di Dio, per evitare loro le terribili esperienze future (quelle che lei stessa ha provato) e per liberare i loro genitori dalle difficoltà economiche che esse creano quando si sposano (per la dote) e quando restano zitelle (perché devono essere mantenute). Nella sua coscienza, ottenebrata dalla follia e assalita da incubi notturni, non tarderà a riemergere la consapevolezza della colpa. Considerato in patria il "santo" della letteratura greca moderna, Alexandros Papadiamantis concentrò nel suo capolavoro una storia di delitto e castigo ambientata nella terra povera e aspra che ben conosceva, l'isola di Skiàthos in cui era nato (e in cui sarebbe morto). Magistrale per penetrazione psicologica e tensione narrativa, Papadiamantis fa dell'isola il secondo protagonista. E così abbondano le descrizioni della natura: boschi, valloni, pianure, montagne e il mare sono rappresentati con mano felice, secondo una lunga tradizione greca che ha avuto nell'ékphrasis (descrizione) la sua più tipica manifestazione retorica.

«Il più grande scrittore neogreco» Milan Kundera

ALEXANDROS PAPADIAMANTIS Nacque a Skiàthos il 3 marzo del 1851, terzo dei sei figli del sacerdote Adamantios. Solitario al limite della misantropia, visse come un monaco, chiedendo al lavoro appena quel tanto che bastasse a tenerlo in vita. Animato da sincera pietà cristiana, creò personaggi di perenne fama nella cultura letteraria greca. L'assassina è considerato il suo capolavoro.