Io e Mr.Wilder è un tributo al cinema, ma anche al passato e alle scelte casuali della vita che ci portano dove mai avremmo pensato.
Il tutto con la prosa e lo stile tipici di Jonathan Coe, nelle cui opere non esiste mai un unico soggetto, ma una molteplicità di storie, temi e riflessioni che si dipanano da una trama centrale.
Protagonista di Io e Mr.Wilder è Calista Frangopoulos, donna greca di mezza età in procinto di salutare le due figlie che stanno per partire per l’America verso un futuro di studio e lavoro.
Questa occasione porta Calista a ripensare a tanti anni prima quando ebbe l’opportunità, del tutto casuale di incontrare il regista Billy Wilder.
Già, perché il nome che compare nel titolo di Io e Mr.Wilder è esattamente quello del regista di Viale del Tramonto.
E così Calista ricorda: nel 1977 la giovane era in viaggio in California quando un’amica conosciuta sul posto la invitò a cena con un amico del padre. Quell’amico era proprio Wilder, che chiese alla giovane donna greca di andare con lui sul set di Fedora, girato a Corfù, per fare da interprete.
Questa è la trama principale di Io e Mr.Wilder, ma come in molti dei libri dell’autore inglese, non si riesce a raccontare l’ampio spettro narrativo.
Io e Mr.Wilder si basa sul ricordo: Calista ricorda quell’episodio della sua vita, inaspettato, ricco di glamour, di cui all’epoca non era ancora pienamente consapevole ma che per la donna giocò un ruolo formativo fondamentale.
Ma anche Billy Wilder è tratteggiato come un personaggio che ricorda: consapevole di essere sul suo personale viale del tramonto, Wilder rammenta, torna indietro nella sua storia personale che a tratti si fa anche storia universale e testimonianza della quale sarà proprio Calista l’uditore d’eccezione.
In Io e Mr.Wilder c’è tanto cinema, narrato con affetto, curiosità e con uno sguardo che va oltre ciò che si mostra per indagare l’universo che non si vede ma che inevitabilmente rende una persona ciò che è.
Recensione di Stefania C.