Questo è un manuale per i corsi universitari di Relazioni internazionali che ha valorizzato il contributo della scuola politologica italiana, attenta alla teoria analitica (definizioni, modelli, tipologie) e alla ricerca empirica. Esso tratta i temi principali della disciplina: politica estera, ordine mondiale, sistema internazionale, conflitti e guerre, cooperazione e istituzioni, promozione di democrazie e autocrazie, globalizzazione, relazioni nord-sud, rapporto tra democrazia e mercato. Nel testo sono riportati i contributi dei politologi anglosassoni (delle correnti realista, liberale razionalista e riflettivista, post-marxista) e dell'autore stesso. Nelle fasi stabili del multipolarismo e del bipolarismo Usa-Urss, le maggiori potenze hanno promosso le diplomazie conservatrici per realizzare i propri interessi, con un ruolo limitato delle idee (tranne l'influenza di nazi-fascismo e comunismo fra le due guerre mondiali). Il sistema internazionale è cambiato dopo l'89, ma i tentativi di unipolarismo degli Usa sono falliti e non si è configurato un modello stabile di sistema. Negli anni '90 si era realizzato il concerto delle potenze (con gli interventi in Kuwait, ex Jugoslavia e Afghanistan); i governi occidentali hanno promosso un ordine mondiale liberale "zoppo" e fondato sui valori di mercato, democrazia, pace, ma non sull'autodeterminazione nazionale - trascurata a causa dell'ideologia multi-culturalista della sinistra. Dopo la guerra in Iraq del 2003 e le primavere arabe, l'instabilità è stata fomentata dai promotori del fondamentalismo islamico. Nel 2021 gli Usa hanno abbandonato l'Afghanistan e nel 2022 la Russia ha invaso l'Ucraina. I governi occidentali hanno indebolito sia la realpolitik fondata sugli interessi che il progetto liberale dell'ordine mondiale. Alcuni presidenti americani hanno reagito in modo ideologico: Bush jr con il neo-conservatorismo, Obama e Biden con la diplomazia politically correct.