Frutto di cinque anni di ricerche, il libro reinterpreta in modo inconsueto la creazione dei massimi registi russi, da Stanislavskij a Mejerchol'd, da Vachtangov a Tairov. Una prodigiosa civiltà di teatro distrutta e ormai leggendaria è qui rivissuta come un esempio non spento, non con intenti archeologici, ma attraverso i filtri e i sapori del nostro tempo, con tutte le suggestioni della poesia, delle arti, dello spettacolo d'oggi.