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Dodici foglie d’edera tatuate sul mio braccio sinistro,
una per ogni anno di galera davvero scontato. Se non fossi
andato in cur va forse sarebbero state di più...
Sono partito da Quarto Oggiaro e arrivato non so dove, rischiando
più volte di morire lungo il percorso. Non sono una vittima
del sistema, non sono un eroe, non cerco approvazione ideologica.
Però posso guardarmi allo specchio senza provare vergogna.
Il romanzo di una Milano e
un’Italia lontane dai luoghi
comuni, anche da quelli
sulla criminalità, raccontate
attraverso l’incredibile
vita di Nino Ciccarelli.
Personaggio reale e dalle
mille incarnazioni, alcune
delle quali gli hanno regalato
dodici anni di carcere. Una
Milano e un’Italia poco
conosciute, dove ambienti
all‘apparenza lontanissimi
sono in realtà collegati.
Finanza, politica, spettacolo,
calcio, criminalità più o meno
organizzata, cultura: un mondo
parallelo che per una serie di
circostanze ha permesso a
un ragazzo di Quarto Oggiaro
di dare del tu a personaggi
noti in tutto il pianeta. Il
protagonista è un famoso ultrà
dell’Inter, ma il calcio e ciò
che gli gira intorno sono solo
una piccola parte di una storia
che racconta tre decenni
senza senso. Chi è nato nella
seconda metà dei Sessanta
o nella prima dei Settanta
potrà magari identificarsi in
qualche personaggio, qualcuno
dirà che questo è un libro
generazionale. Ma di
una generazione che non dà
lezioni di vita. E nemmeno
vuole ascoltarne.
Giorgio Specchia è nato nel 1966 a Milano. Ex mezzofondista di buon livello, ha vinto nel 1985 la Stramilano dei Cinquantamila. Insieme ad alcuni amici, fra i quali il protagonista di questo libro, alla fine degli anni Ottanta ha fondato i Viking: gruppo ultrà della curva interista, ancora esistente. Dopo qualche anno nelle redazioni di Cavalli & Corse e di Correre, dal 1996 lavora come giornalista alla Gazzetta dello Sport. Insieme a Stefano Olivari ha scritto nel 2009 L’Altra Milano - Dall’oratorio a Jura, la generazione della pallacanestro, opera di culto per gli amanti del basket anni Settanta.
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