Cinque anni fa, Luca Palamara ha svelato la storia segreta della magistratura e il gioco continuo tra affari e politica. Un libro scandalo che ha provocato un terremoto nella giustizia italiana. Quello che è successo dopo dimostra che il Sistema esiste ancora. La piaga delle detenzioni e dei processi ingiusti non dà alcun segno di guarigione. Come se non bastasse, la magistratura ha sempre detto di non voler fare politica, ma poi continua a utilizzare le correnti, in origine garanzia di pluralismo e indipendenza, per dettare le regole del gioco delle spartizioni e delle nomine. Dopo il dirompente libro-confessione "Il Sistema", Luca Palamara e Alessandro Sallusti raccontano una controstoria unica. A cominciare dai protagonisti di questa battaglia senza esclusione di colpi che affilano le armi al Csm per contare e ricontare i possibili voti, cercare alleanze e gridare allo scandalo non appena qualcuno cerca di riformare lo status quo. Ancora una volta le rivelazioni sorprendenti e i nomi contenuti in queste pagine consentono di decifrare quanto sta accadendo dietro le quinte del sistema giudiziario, mettendo insieme tasselli che a prima vista non c'entrano l'uno con l'altro ma finiscono per comporre un unico disegno. Come quello della trinità laica che muove il sistema giudiziario italiano: un pubblico ministero, un capace ufficiale di polizia giudiziaria (colui che fa materialmente le indagini) e un giornalista amico di entrambi. Una triade che, se affiatata, complice e spregiudicata al punto giusto, è più potente del governo e indifferente a qualsiasi riforma della giustizia. Perché gli interessi in gioco sono troppo alti e il Sistema è destinato a colpire ancora, sempre e comunque.