19/06/2015
Di m.canale
5 stelle su 5
Questi primi saggi – apparsi allora separatamente presso Bompiani con i titoli qui annotati: Eclissi dell’intellettuale, Volgarità e Dolore e Storia del fantasticare – provocarono tanto clamore sulle terze pagine dei quotidiani e in libreria; ma anche critiche e polemiche e risposte piccate; per non dire del giubilo e delle entusiastiche adesioni delle penne più fini del tempo: Piovene e Montale. E appare entusiasmante e sbalorditivo seguire oggi il filo inflessibile di quella logica stingente e argomentativa che si disegna sulle pagine del giovane Zolla: quel ” raccogliere i dati” e “disporli nell’ordine opportuno”; e ancora più sbalorditivo è l’effetto alla luce della lettura che a noi è concessa dell’intera opera di Zolla che seguì gli scritti antesignani di critica sociale: una sequela di argomenti forti, scevri dall’asservimento alla parole d’ordine, apparentemente polemici o apocalittici, di fatto risolutori e ratificanti l’avvenuto fallimento delle riflessioni sociologiche francofortesi sull’uomo massa, le derive dell’illuminismo nel ‘900 colmo di sangue e rimozioni. Leggendo l’introduzione di Grazia Marchianò appare evidente e non controvertibile la comprensione della spinta che condusse sempre “oltre” il percorso di Zolla: da Francoforte alla Mistica; agli orienti del pensiero sino alla filosofia perenne e alle uscite dal mondo. Ovvero: dove il sentiero appare interrotto perché gli strumenti critici non offrono più mezzi utili ad aprirsi una strada, il superamento avviene con una mossa del cavallo, uno scarto sulla norma, che evidentemente non poteva essere compreso dai contemporanei, dogmatici e integrati. imperdibile.