La continua inventività linguistica, la sperimentazione delle forme narrative, la capacità di raccontare personaggi memorabili, la passione politica, la capacità di immaginare scenari invisibili ma molto realistici: le qualità letterarie di Volponi sono innumerevoli, e gli hanno permesso di raccontare come nessun altro la degradazione civile e i disagi interiori connessi alla trasformazione della società italiana. Il lanciatore di giavellotto, pubblicato nei Supercoralli nel 1981, si inserisce in questo solco, ma – al contrario di molte opere di Volponi – è un romanzo di formazione dalla struttura lineare, e racconta la storia di un adolescente ai tempi del fascismo. Le crescenti angosce di Damín, campioncino nel lancio del giavellotto, sembrano trovare qualche conforto nel rapporto con un calzolaio che tiene ai giovani una specie di controscuola in cui vengono smascherate le false verità divulgate dal regime. Il trauma decisivo, per il ragazzo, sarà la scoperta della tresca amorosa fra la madre e il gerarca fascista responsabile del suo gruppo sportivo. Il romanzo di formazione di un ragazzo ai tempi del fascismo
