Secondo l'Istat, in Italia, gli uomini sono responsabili della maggior parte dei comportamenti antisociali. Questo dato pone numerosi interrogativi: perché l'abisso statistico che esiste tra gli uomini e le donne su questo argomento è quasi sistematicamente ignorato? E quali sono i costi finanziari per la società di questi comportamenti? Le cause sono fisiologiche, frutto di una "natura maschile immutabile"? Oppure culturali, largamente indotte dall'educazione, e quindi a questo titolo rappresentano un comportamento acquisito che è ipotizzabile non trasmettere più un giorno? Oltre a documentare l'origine di questi comportamenti, mostrando la strada per politiche dissuasive ed educative finalmente efficaci, le autrici di questo documentato studio si pongono l'obiettivo di stimare nel dettaglio il costo finanziario dell'insieme dei danni per la società, e quindi per ogni cittadino e cittadina italiani, dei comportamenti ispirati al mito della mascolinità. Dalla risposta a queste domande deriva la possibilità o meno di un'evoluzione delle nostre società verso un futuro meno virile e meno violento.