In questo volume sono raccolti gli scritti, tradotti per la prima volta in italiano, di una delle più grandi voci del teatro nipponico. Il Noh, il Kabuki, la tragedia greca, i classici di Shakespeare e il lavoro di maestri moderni come Cechov e Beckett: è questo l'humus che ha alimentato la profonda consapevolezza di Tadashi Suzuki dell'universalità e del potere trasformativo dell'esperienza teatrale. Dal confronto con le tecniche della tradizione teatrale giapponese e le ricerche di Mejerchol'd, Decroux e Grotowski nasce il suo metodo di formazione degli attori, finalizzato a rendere gli interpreti consapevoli della propria sensibilità fisica attraverso una rigorosa disciplina corporea e vocale.