La realtà spesso giunge inattesa e l'effetto è dirompente. Vittoria ama Schubert e suona il violoncello nel quartetto Alma. Ha trent'anni e la musica è il suo mondo, finché dal passato emerge una fotografia che ritrae quattro ragazzi: il padre Samuele Angelini, gli zii Vittorio e Miriam e la madre Clara. Proprio quest'ultima si vedrà costretta a raccontarle alcune dolorose vicende avvenute negli anni della giovinezza, che a lungo ha custodito in sé stessa. Risalirà al periodo fascista, quando amicizie e amori furono stroncati a causa delle leggi razziali, e alla conseguente fuga verso la Svizzera di tutta la famiglia Angelini, di origini ebraiche, ma tra loro e il confine si intrometterà una pattuglia nazifascista. Vittoria interrompe l'attività di violoncellista per fare luce sui fatti che da lì presero l'avvio segnando la sua famiglia in modo profondo: una ricerca che vedrà l'epilogo nella Berlino appena riunificata dopo la caduta del muro.