Un gruppo di uomini in una notte: l’idea è fondare un club maschile, il primo incontro è a casa di uno di loro, la moglie è fuori. “Paragonato ad un gruppo femminista, un club maschile era un gioco.” Un po’ di imbarazzo iniziale, alcuni si conoscono da anni, altri meno. Ci si squadra, si confrontano le carriere, la qualità dei vestiti, si giudica il reciproco successo. Chi è arrivato e chi no. Chi ha ancora i capelli. Chi sembra essere ancora uno che ce la fa.
E poi?
Mentre le mogli si ritrovano con continuità e ardore a parlare di identità, femminismo e politica, nel pieno degli anni 70 a Berkeley sette uomini insieme in un salotto si guardano, si ingozzano di tutto quanto trovano in frigorifero, e poi parlano di donne. Dell’altra donna, per l’esattezza.
Relazioni, tradimenti, avventure di una notte. Ognuno con la sua storia. Sono racconti di delusioni e solitudini quelli che escono dalle pagine di Michaels, di resa alla propria fragilità. Uomini che si immaginano forti e aggressivi, e sul lavoro magari lo sono, e poi sono smarriti di fronte all’occasione persa, alla donna avuta e non più incontrata, alla mancanza di coraggio di cui continuano a pentirsi. Di un’avventura di sesso a cui continuano a pensare.
Le loro confessioni cercano di mascherare col cinismo la disillusione, senza riuscirci, perché di fondo è rimpianto. Ci sono anche fotografie tenute come cimeli, contate ed esibite come le figurine dei calciatori. Dischi rotti che parlano di incontri di 20 anni prima che continuano a rimpiangere, come se fosse ieri, come se ci fosse ancora una possibilità. Basta telefonare vero? Anche a quest’ora?
Sono raccontate in uno stile asciutto e pungente le storie di questi uomini che fumano marijuana, fanno a botte, tirano coltelli su una porta e ululano come i cani, infilando parole che suonano di banalità e fanno tenerezza. Perché sono fallimenti. Non ne escono affatto bene i protagonisti di Leonard Michaels, non “uomini che odiano le donne”, ma uomini che piangono addosso alla propria immaturità.
Un romanzo del 1981 riproposto da Einaudi, un vero capolavoro, assoluto e attuale. Il club degli uomini è un affresco ironico e pungente sull’identità maschile che diverte e fa riflettere nella sua spiazzante sincerità, lasciando l’amaro in bocca.
Recensione di Francesca Cingoli