Brossura, ill. a colori. La mostra "Il Cammino del Sacro. Un viaggio nell’arte orafa delle chiese monumentali di Arezzo" frutto della collaborazione tra la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e l’Opera del Duomo e delle Chiese Monumentali di Arezzo, avviene in contemporanea con il rinnovo e la riapertura del Museo Diocesano di questa città e l’inaugurazione di un percorso stabile religioso, culturale e turistico tra otto chiese della città, di cui il Museo rappresenta il punto di arrivo e di riferimento, per l’interesse scientifico, la preziosità e la quantità delle opere che racchiude, comprese tra il XII e il XIX secolo.
Da questo "museo diffuso" di secoli di Arte Sacra lungo le strade di Arezzo alla cornice unica della “città eterna” e del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo il passo è fin semplice ed intuitivo.
Le opere che illustrano il Cammino, specie quelle dell’arte orafa, sono infatti il nucleo più importante e rappresentativo di quelle, assai più numerose, che la città toscana conserva: dalle croci del Museo Diocesano al Busto reliquiario di San Donato conservato nella Pieve di Santa Maria; dalla Pace di Siena agli angeli reggicandelabro della Chiesa Santissima Annunziata.
A queste si uniscono molte altre opere, provenienti da tutto il territorio della Diocesi di Arezzo - Cortona – Sansepolcro, molto eterogenee ma al contempo capaci di riflettere perfettemanete il panorama storico artistico dell’oreficeria aretina, a carattere fortemente sacro, con le sue diverse direttrici culturali, da Siena a Firenze ed a Roma.
La mostra, curata da Paolo Torriti (Università degli Studi di Siena), in collaborazione con Daniela Galoppi, presenta oreficerie di tipo prevalentemente liturgico, ad esclusione del Pendente a forma di caravella in oro smaltato di manifattura veneziana del XVI secolo (un ex voto dedicato alla Madonna delle Lacrime) e del Cofanetto di manifattura spagnola del secolo XIII, entrambi provenienti dalla Chiesa della SS. Annunziata.
Tra le oreficerie provenienti dal Museo Diocesano, vera e propria anima della mostra e fonte di buona parte del materiale esposto, non possono non essere ricordate una navicella con smalti limosini del XIII secolo, il già citato pendente in oro smaltato di manifattura veneziana del XVI sec. e la cosiddetta Pace di Siena, magnifico esempio dell’arte orafa parigina della fine del XIV secolo, in oro e smalti "en ronde-bosse".
Un altra chiesa ed un’altra tappa del Cammino del Sacro è la Pieve di Santa Maria, dalla quale proviene il Busto reliquiario di San Donato (vescovo e martire, patrono della città), un’opera simbolo di Arezzo, ricca di smalti traslucidi e pietre dure, firmata da Pietro e Paolo orefici aretini e datata 1346.
Una parte interessante giunge poi sia dalla Cattedrale (come ad esempio un calice e una pisside risalenti al XVIII secolo, in argento sbalzato e cesellato), sia dalla Chiesa della Santissima Annunziata (in particolare i due angeli reggicandelabro anch’essi in argento