I Cristaldi sembrano una normale famiglia borghese, ma il loro passato nasconde dei segreti che influenzeranno i protagonisti per tutta la loro vita.
Aprile del '45. Vera Cristaldi è diventata partigiana, contro il padre e il fratello Alberto, fascisti convinti, uniti dall'amore per lo sci. Dieci anni più tardi, questa passione causerà ad Alberto un terribile incidente, lasciandolo depresso e paralizzato da solo nella casa in montagna. Il ritorno di Vera per accudirlo porta prima a uno scontro tra i due fratelli e poi a un rapporto incestuoso che sembra aiutare Alberto. Vera, però, scoprendosi incinta, non sa chi sia il padre e decide di abortire, allontanandosi dal fratello che, temendo l'abbandono, si suicida. La donna decide allora di tenere il bambino, Antonio, che crescerà con i nonni fino all'adolescenza, quando la madre tornerà con il nuovo compagno Hans a Milano. Antonio cresce nella città lombarda negli anni delle lotte studentesche, si avvicina alle frange politiche più estreme, si innamora perdutamente della giovane Velma, ma - quando viene a scoprire del tradimento compiuto dal nonno ai danni di una famiglia ebrea durante la guerra - il suo mondo va in pezzi e decide di far perdere le sue tracce. Seguono anni difficili, segnati dalla dipendenza dalla droga e da un amore difficile, ma la stessa famiglia che l'aveva portato a fuggire saprà dargli la forza necessaria per uscire dal buio.
Sostenuto da una scrittura esatta e solida, Giovanni Mastrangelo costruisce un romanzo dall'architettura ampia, cinematografica, avvincente: una saga familiare che non ha timore di indagare nelle pieghe più recondite degli affetti, dando voce a una staffetta di protagonisti che conduce un lettore avvinto e con il fiato sospeso fino alla fine.