“Potrai avere tutti i soldi di questo mondo, ma faranno sempre puzza di sudore. Facchino sei e facchino rimarrai. E’ il sangue che fa la differenza.”
Sono marchiati i fratelli Florio, Paolo e Ignazio, quando dalla Calabria arrivano a Palermo per gestire un piccolo negozio di spezie. Non li accoglie bene la città, questi facchinari calabri, senza tradizione alle spalle, senza una clientela. Si ritrovano in una casa piena di umidità, e da lì iniziano, pestando qualche piede, conquistando la fiducia dei palermitani piano, ma senza fermarsi. I Florio diventeranno una leggenda, ricchi, potenti, segnando la storia di Palermo e dell’Italia attraverso gli anni con la forza del loro coraggio imprenditoriale. La consacrazione è con Vincenzo, figlio di Paolo, che porterà i Florio alla fama che ancora ne circonda il nome.
I leoni di Sicilia è la loro storia, vera e documentata, con la potenza della saga, ed è una storia di passione e di riscatto, di amori e di successi, di sofferenze e di sogni. C’è un’Italia che si trasforma, dalla fine del settecento, attraverso i moti e le rivolte del 48, fino a Garibaldi. Un’Italia che spinge per il rinnovamento, un fuoco di indipendenza, che risveglia anche Palermo.
“Sembra quasi che Palermo lasci che le cose le accadano addosso. Che sia spettatrice di se stessa. E invece no, perché Palermo è soltanto addormentata. Sotto la pelle di sabbia e pietra, c’è un corpo che pulsa, una corrente di sangue e segreti. Pensieri che vibrano da una parte all’altra.”
Sono i Florio a far vibrare il commercio, dialogando con gli stranieri, imparando lo spirito industriale inglese, non fermandosi mai, sfidando il mondo: dalle spezie al marsala, dallo zolfo al tonno sott’olio, esportazioni che si allargano sempre di più, fuori da Palermo, fuori dalla Sicilia, attraversano il mare e poi l’Oceano, fino in America.
I facchinari diventano ricchi, ben vestiti, acquistano dimore lussuose, si istruiscono: per gli aristocratici rimangono sempre bifolchi, da guardare con distacco. Ma i Florio fanno matrimoni importanti, con armatori, grandi commercianti e professionisti. La loro Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella consacra la loro ascesa, e il loro prestigio, impreziosendo la città.
Quella dei Florio è un’Italia borghese che conosce il sudore e dà valore a quanto conquistato, un insegnamento da trasmettere ai figli, insieme ai patrimoni.
“Non lo sai, non te l’immagini, quanto mi è costato.”
Accanto alle vicende politiche, e a quelle imprenditoriali, la storia della famiglia Florio è raccontata anche nel privato, dove emergono i ritratti di due donne esemplari, artefici del successo quanto gli uomini. Giuseppina e Giulia Florio, la calabrese e la milanese, sono donne forti e pazienti, capaci di affermare il loro pensiero e soffrire per amore. La loro è una storia di dolori taciuti, generosi sacrifici e grande tenacia.
I leoni di Sicilia ha la forza e la grazia delle letture indimenticabili: vibrante e splendidamente raccontata, la storia dei Florio resta addosso, nutre di immagini e inebria di aromi, è fonte di emozioni e di informazioni, capaci di scatenare la curiosità, e lascia completamente appagati.
Recensione di Francesca Cingoli