Lo splendore della Hollywood anni 30, i grandi Studios, le star, quelle vere, John Barrymore in testa: è un mondo diventato leggenda quello che fa da sfondo alla ricostruzione di Edward Sorel. La storia è vera, scabrosa, leggera, e straordinariamente gustosa. Edward Sorel ne è stato ossessionato per anni e con questo libro la fa vivere, con immagini (bellissime) e con parole infilate con grande e magistrale ironia e un po' di affetto sincero per l'eroina triste e disinibita Mary Astor. Sono suoi i diari bollenti che per mesi hanno risvegliato la morbosità pruriginosa di giornali e pubblico. Lei, attrice non eccelsa ma molto affascinante, divenuta una vera icona del cinema americano negli anni venti e trenta, vi raccolse tutti i dettagli non solo della sua vita professionale, ma anche di quella sentimentale. E quando si venne a sapere che quelle pagine contenevano liste di amanti con tanto di pagelle delle loro prestazioni, il mondo degli Studios tremò. Ne andava del buon nome e della reputazione di attori, commediografi, produttori. Soprattutto del celebre George S. Kaufman, un vero monumento a Broadway, che rinnegò la storia con Mary, fuggendo i riflettori, e cercando l'oblio, fobico e asociale. Mary, sposata a un uomo triste a cui garantiva un tenore di vita molto alto, non si negava le avventure, alla ricerca di svago, di una mondanità che il matrimonio le negava, di una corrispondenza di sensi. L'alcol aiutava, e al risveglio, dopo notti folli e appassionate, subentrava la tristezza. Tutto documentato. Tutto portato davanti al giudice, tra un set e l'altro del film Infedeltà, in una rissa legale con una bimba, e tanti soldi, come bottino. Il processo fu un vero e proprio evento, e Sorel, illustratore del New Yorker, lo racconta con tavole mordenti e coloratissime e una narrazione brillante, unendo anche stralci della sua vita. Perché per lui, che per 50 anni aveva seguito il culto di questa donna appassionata, i ricordi si intrecciano e si confondono con quelli di Mary Astor. Il risultato è una rievocazione originale e appassionante, che rivela il talento e la creatività di Edward Sorel con pagine strepitose, un tributo al fascino aristocratico e scandaloso della malinconica Mary Astor. "Come ci si ripresenta in Purgatorio, dopo una capatina in Paradiso?"
Recensione di Francesca Cingoli