Cosa ha a che fare la moda femminile,mondo di apparenze e frivolezza, con la filosofia, luogo per eccellenza di pensiero e verità? Se non tutto, sicuramente molto. Dalla celebrazione del corpo di nietzscheana memoria al desiderio che anima il soggetto mentre fa shopping – eco volgarizzata dell’eros platonico –, passando per l’analisi degli abiti intesi come “piccoli universi di senso” (Barthes) utili a costruire “pezzi” della nostra identità personale. E questo tanto per cominciare. Un libro ironico (e dissacrante) che scruta l’universo del glamour femminile attraverso le lenti del filosofo (o meglio della filosofia che, come la moda, è donna), per scoprire che non sono solo paillettes quelle che luccicano, ma anche i riflessi di qualche concetto. Senza mai dimenticare la lezione più importante: noi non compriamo vestiti e accessori fashion perché storditi da pubblicità e media. Noi compriamo vestiti e accessori perché è divertente, perché è un gioco che ci procura piacere.