Il glam o glitter rock, il rock "travestito", è un termine che aleggia da quasi cinquant'anni nella musica e nella cultura, per poi riemergere, inaspettatamente e ciclicamente, nei corsi e ricorsi storici, legati ai periodi di crisi e rinascita creativa. Definizione mutuata dall'abbigliamento glamour: un look curato, eccentrico e colorato che caratterizzò da subito gli esponenti del genere. Ma non si trattò soltanto di abiti e make up. Il glam rock suonava diretto e accattivante, teatrale, con temi dai riferimenti espliciti, divertenti, leggeri, e gli artisti che indossando costumi androgini risultavano ambigui sessualmente. Cosa che senza ombra di dubbio ha anticipato di più di quarant'anni ciò che oggi viene definito "Queer". Il Glam nacque nei primi anni settanta: un fenomeno quasi completamente anglosassone, anche se fece i suoi proseliti in varie città del Nord America e la sua eredità è giunta fino in Italia. "Robaccia Estetica", "Muzak" o fonte di ispirazione per moltissimi artisti contemporanei, il Glam divise fin da subito la critica. Con Marc Bolan (T. Rex) a fare da capostipite, dandy in the underworld, il primo a indossare boa di piume, lustrini e cilindro e a scrivere "canzoni che non venivano prese sul serio". Il secondo personaggio fu un suo caro amico che non ha certo bisogno di presentazioni: si chiamava David Bowie. E se il nome Ziggy Stardust ancora vi dice poco, dovete assolutamente leggere questo libro. Arricchito dalle preziose e uniche illustrazioni dell'autore, Glam, percorre una linea temporale alla scoperta di un "genere" e dei suoi artisti iconici.
