14/09/2011
Di ssimonato
3 stelle su 5
L'autore (Daniele, NON Daniela come erroneamente riportato) ci conduce dentro la magia di questi giardini, a sua volta guidato dalla proprietaria Maria Odescalchi. Ci narra dell’incontro tra i proprietari e il paesaggista Russel Page e il lavoro giornalistico diventa un piacevolissimo racconto a tratti elegiaco, dove le contaminazioni spirituali (affinità elettive?) si propagano da un protagonista all’altro, quasi un polline trasportato da una visione comune e da una comune sensibilità, a perfezionare una narrazione densa e leggera. Anche chi non ha mai visitato il luogo, peraltro ben documentato fotograficamente in appendice al volume, può passeggiare attraverso le righe come attraverso i vialetti, scoprire un cespuglio come una parola ricercata, rilassarsi all’ombra di un albero mai visto come immerso nella pagina. La sensazione nella lettura, la lievità del racconto (l’inevitabilità della natura), riportano al Walser di “Der Spaziergang” (la passeggiata) per ciò che “non” succede; le curate presentazioni della flora del giardino riporta agli elenchi di Eco o di Greenaway, una enumerazione enciclopedica che solletica il conoscitore e affascina il profano. Ma non inganni l’accenno ai cultori della lista, notoriamente ridondanti, qui tutto sta in 50 pagine, sottraendo laddove possibile quantità a favore di pregnanza e qualità, con un senso di leggerezza che fa proprie le lezioni di Italo Calvino. Sotto l’ombrellone o davanti al caminetto, la lettura è stuzzicante, benché nata per essere gustata in giardino. Chi non ce l’ha, provi ad immaginarselo leggendo come ho fatto io: provare per credere.