Sta nell’equilibrata essenzialità di questo titolo, nello scontro fecondo di due parole a ragione inconciliabili, una delle innumerevoli chiavi di lettura del lavoro di David Pollock. La terra che vi è rappresentata esala respiri come vapori densi e stende superfici discontinue e gonfiori, delegando il compito di raccontare la propria natura di elemento vitale e vivo ai colori di cui si tinge, come riflessi di fertili consunzioni e languori propri di una materia che genera nel suo stesso rigenerarsi.