Anche dopo l’inverno più rigido e ghiacciato si ricomincia a fiorire. E’ il corso delle cose, basta avere pazienza e cura.
“Non hai avuto cura di me” gli ho detto spesso. “Non hai avuto cura di me” mi ha detto spesso anche lui.
Un matrimonio che finisce, un bimbo piccolo, solo quattro anni, una nuova casa, l’assenza, la fine dei giorni che sono felici, viaggi che non ci saranno, serate normali da reinventarsi; insieme l’esperienza della malattia e la paura della morte negli occhi delle persone care. È un inverno rigido quello nel cuore di Anna che impara, di nuovo, a respirare, a prendersi cura, ad amare, ad accettare.
Il terrazzo della casa nuova ha tante piante di cui occuparsi, un germogliare, lento e paziente, un vero e proprio giardino da vivere con il bambino, una ripartenza anche per Maria che l’aiuta, sopravvissuta e fragile. Le piante crescono, piano, come i capelli di Maria, centimetri che sono immensità del cuore che rimargina cicatrici e paure, la rinascita abbraccia entrambe, Anna e Maria e il piccolo Nico, si allarga al marito che abita vicino e alla sua nuova bella fidanzata, che gioca con suo figlio, che ne conosce i sorrisi, che costruisce con lui giochi che appartengono solo a loro.
Ci sono nuovi insiemi possibili, nuove famiglie, nuove dimensioni. E il giardino si fa foresta, si rivela capace di diventare infinito, fatto di spazi e corridoi, che collegano le case come i segni delle bic colorate, include strade, bar, si fa quartiere, accoglie menta, canguri, pappagalli, tre miliardi di figli. Tanto amore da dare. Non ci sono confini, in questo racconto sentimentale, che ha al centro un cambiamento senza strappi, cosciente dell’amore che pervade ogni cosa, con il senso di una formula magica grazie alla quale tutto è possibile. “Potrei essere il primo che vive per sempre?” “Potresti”.
Una botanica del cuore in un libro bellissimo, che sa di vita vera: Faremo Foresta si ama. Ilaria Bernardini è una voce delicata, ma ironica, che sa parlare del sentimento più difficile di tutti: quello di chi sta reimparando a vivere, accettando il dolore, facendone un sorriso. È una battaglia tra sofferenza e felicità, quella di chi si ricostruisce, e che rimane inesorabilmente tagliato in due: bocca felice, occhi tristi, o viceversa. Così, col coraggio intriso di comicità, divisi in due, ci si salva. Leggendo questo libro, impariamo a salvarci anche noi, a rimettere in ordine le emozioni. Con tanto amore e poche risposte.
Recensione di Francesca Cingoli