La graphic novel di Fantozzi nell'era di Internet; e con lui i suoi compagni di disavventura di sempre: la Pina, la Mariangela, la signorina Silvani, il geometra Filini, il Megadirettore galattico… Cosa accadrebbe se Paolo Villaggio, tra i più lucidi e spietati fustigatori del panorama umoristico italiano, incontrasse la sua creatura più celebre, vessata e al tempo stesso amata: quel ragionier Ugo Fantozzi, ispiratore di numerosi libri e film? E se l'incontro avvenisse proprio oggi, alla fine del 2014, al tempo della crisi, della globalizzazione, del precariato, di Internet e dei Social Network? Bene, a quarant'anni dalla sua prima trasposizione cinematografica (Fantozzi, per la regia di Luciano Salce), questo incontro impossibile ma tutt'altro che improbabile, è avvenuto. Ugo Fantozzi, ormai in pensione da vent'anni, racconta di sé, delle vessazioni passate e di quelle presenti, di sua moglie Pina, di sua figlia Mariangela, ormai cinquantenne, emigrata in Australia per cercare lavoro, del geometra Filini, solerte organizzatore di iniziative aziendali, della Megaditta, fallita e poi rilevata dal Ruanda, del suo ex Megadirettore galattico, condannato per frode fiscale, prostituzione minorile… e cannibalismo! E racconta anche di un nipote, ventenne e disoccupato, che si prodiga a dargli lezioni di Social Network, in particolare Facebook. Mezzo col quale tenterà, una volta per tutte, di fare colpo sul suo grande amore mai corrisposto: la signorina Silvani. Lo sfortunato e grigio impiegatucolo, il perdente per antonomasia, reduce di un'epoca ormai lontana fatta di contratti a tempo indeterminato, di stipendi fissi, di vacanze estive e gite fuori porta la domenica, si confessa per la prima volta e, tirando le somme di una vita di sopraffazioni, si ritrova a essere l'ultimo perdente autentico in un mondo di falsi vincenti, inconsapevolmente ben più perdenti di lui.