Giunti alla fine di questa raccolta, il lettore non può che sentirsi attraversato da un silenzio nuovo, quello che segue le parole quando hanno compiuto il loro viaggio. Un silenzio che non è vuoto, ma pieno di immagini, domande, intuizioni. I versi di Valeria Valbusa non si esauriscono nella lettura: restano, sedimentano, si mescolano alla memoria e alla pelle. In un tempo che spesso corre troppo veloce, lei ci invita a rallentare, a guardare, a sentire, a non avere paura della fragilità, né della bellezza. Ci ricorda che anche il dolore può essere fertile, che anche il buio può contenere una scintilla. E che la poesia, quando è autentica, non è mai solo parola: è presenza.