“Glielo ripeto, si tratta di un semplice controllo.”
Un parcheggio sbagliato, una leggerezza nella notte in un autogrill deserto, una carta d’identità scaduta e, con un semplice controllo, l’incubo ha inizio.
Dimentichiamo le atmosfere leggere e nostalgiche del lago, perché Andrea Vitali spariglia le carte e sorprende con un romanzo completamente fuori dal suo consueto. E per uno scrittore affermato come lui, calcare sentieri nuovi e presentare al lettore qualcosa di davvero diverso richiede molto coraggio e dimostra talento, generosità e desiderio continuo di sperimentare. Cose di cui essere grati.
Documenti, prego è un viaggio in bilico tra il sogno e la realtà, e non concede mai al lettore un punto fermo che gli consenta di capire e di orientarsi nel vortice in cui il protagonista cade. Un uomo comune, impegnato con il lavoro, la valigia sempre pronta, viaggi in macchina, riunioni in hotel, con la prospettiva del rientro a casa. La realtà di quest’uomo è frenetica ma semplice, e il suo porto sicuro è casa, la tazzina di caffè la mattina, il fianco della moglie da accarezzare, il figlio sognatore che parla alle foglie.
“Potevano bendarmi. Ma la vertigine di un viaggio notturno lungo strade sconosciute è peggio di qualunque cecità.”
Un momento spiazzante e poi è tutto indefinito, il controllo diventa sospetto, il sospetto diventa attesa di confessione, e una cella.
Ci si risveglia nel proprio letto, si aprono gli occhi a una giornata come altre, un biglietto per la moglie sul tavolo della cucina, appuntamenti e trattative d’affari, colleghi spensierati, e poi una porta si apre, c’è una scrivania e l’incubo ricomincia. “Il funzionario aveva un aspetto mite. Portava occhiali dalla montatura leggera.”
E’ un omaggio a Kafka questo lungo racconto psicologico dove i volti di cameriere, receptionist, segretarie e impiegati sono maschere senza espressione, indifferenti e indecifrabili. Non si riesce a scappare, non bisogna dormire, non ci sono vie d’uscita. C’è una finestrella aperta sul cielo azzurro, ma non è quella di casa.
Bravo Andrea Vitali, Documenti, prego è teso, implacabile, ansiogeno, si legge con un’inquietudine crescente e con un senso di straniamento che porta davvero a dubitare di tutto.
Recensione di Francesca Cingoli