Con il presente trattato, presentato in concorso all'Accademia di Digione nel 1753, Rousseau pone le basi del "Contratto sociale", la sua opera più nota in campo politico e sociale. Alla domanda se le disuguaglianze tra gli uomini traggano autorizzazione dalla natura stessa dell'uomo Rousseau risponde negativamente separando lo "stato di natura" dalla "società civile". L'origine delle disuguaglianze è da ricercare esclusivamente nel secondo campo in quanto è con la "società civile" e con l'invenzione della "proprietà privata" che l'uomo ha costruito schemi e modelli di convivenza basati sulle differenze tra ricchi e poveri, potenti e deboli. Tale impostazione produce abuso di potere, ingiustizia, conflittualità e malvagità tra nazioni e uomini. Nello "stato di natura", invece, le uniche disuguaglianze sono quelle fisiche; l'uomo è per natura buono e per niente incline a veder soffrire i suoi simili. L'unico motivo che avrebbe l'uomo naturale a commettere del male è la difesa della propria sopravvivenza. La "società civile" per migliorarsi e sanare le disuguaglianze dovrà quindi attuare una "ristrutturazione" che sappia considerare gli elementi naturali dell'uomo.