"Non è cosa rara che gli artisti usino la forma autobiografica come base della loro poetica. Picasso parlava di esperienza diretta con il soggetto: appunto le opere di Massimo Boffa si leggono come pagine di un diario e, attraverso le qualità formali e le atmosfere evocate, partecipiamo agli eventi della sua vita. Massimo Boffa è pittore, ma anche maestro di penna. I precedenti ci sono: Alberto Savinio, Henry Michaux, Ardengo Soffici per citarne alcuni. L'arte contemporanea, con la volontà di colpire e farsi sentire da uno spettatore, forse ormai sordo, dimensiona le opere in misura ciclopica, sconvolge per la scelta dei temi, spesso lugubri ed aggressivi, alzando eccessivamente la temperatura espressiva. Boffa trasgredisce questa che è ormai quasi una regola, dipingendo opere di piccola dimensione, soggetti plausibili, tonalità chiare e luminose, volumi solidi senza ambiguità. La chiarezza è intesa come valore primo, quale bisogno reale e salutare per la mente. I dipinti di Boffa ci avvincono per chiarezza e precisione formale e per quel velo di malinconia che sempre accompagna il passato, con la consapevolezza di un tempo ormai esaurito, dove non è più possibile agire." (Aldo Damioli)