"I frammenti dei quali si compone questa nuova silloge di Jean Flaminien, tra i più importanti poeti di lingua francese di questi ultimi anni, pur nella loro specifica singolarità stilistica e tematica, vanno comunque letti come il coerente proseguimento di un work in progress che consiste nell'esercizio di una poesia pensante, o, per dirla con Leopardi, di un «pensiero poetante» affidato alle risorse del verso come della prosa poetica e volto ad affrontare la questione del mistero della presenza dell'essere in un mondo spesso insensibile alla voce della natura e vittima di un edonismo egoistico che mina fortemente la relazione."