Che cosa ne facciamo delle emozioni e degli istinti che ci abitano? I vizi, o le otto passioni dell'anima come sono state definiti dagli scrittori monastici dei primi secoli, non sono necessariamente sbagliati in sé, ma sono modalità in cui gli impulsi naturali possono offuscare la percezione della realtà, suscitando illusioni e autoinganni. A partire da questo presupposto, l'autore abbina le passioni dell'anima alle beatitudini del discorso evangelico di Gesù, vedendo in esse una sorta di immagine rovesciata di ciò che disturba la nostra anima. Così la beatitudine della misericordia fa da contraltare alle passioni dell'avarizia e della lussuria, la beatitudine della povertà in spirito lo fa alle passioni della rabbia e dell'ingordigia. Con grande originalità, Rowan Williams mette in relazione la saggezza della prima tradizione monastica con la realtà dei cristiani di oggi, che vivono in un mondo molto diverso da quello in cui si è sviluppata quella tradizione. Una tradizione per imparare la libertà, sostiene l'autore. In questo modo guida i lettori a una più profonda conoscenza di sé e a sviluppare una capacità di discernimento: è questa la via per riconoscere e controllare quelle "passioni" che, sotto forma di emozioni e istinti, sono la fonte di tanti mali nel mondo, sia passati che presenti.