Catalogo dell'ampia mostra, che inaugura il 18 febbraio, comprende lavori prevalentemente realizzati con procedimenti fotografici, digitali e di stampa industriale ma anche, in alcuni casi, costituiti da oggetti consumati e dismessi usati dall'artista come feticci a cui dare nuovo senso.
Elemento comune è il riferimento costante alla realtà, mai manipolata nei suoi dati di partenza, sempre riletta in una chiave capace di rivelarne le anomalie, le storie nascoste e cadute nell'oblio, le assurdità. Nei suoi viaggi di esplorazione della realtà, Berti predilige situazioni di marginalità sociale che per propria natura sono cariche di potenzialità sovversive del senso comune. Dallo sguardo ravvicinato a questi microcosmi nascosti escono opere di arte visiva senza retorica, in cui è possibile ascoltare la voce dei protagonisti senza inutili filtri ed in cui è evidente l'assenza di ogni intento ammonitore, né tantomeno moralizzatore, da parte dell'artista. Berti si propone quindi come strumento capace di riflettere e amplificare queste storie minori, portandole ai nostri occhi e alle nostre orecchie.