Il Compendio di diritto ecclesiastico, giunto all'XI edizione, tiene conto della delicata transizione della disciplina delle religioni e dei culti verso una piena affermazione del principio di laicità, sancito dalla Costituzione italiana del 1948, e il conseguente annullamento di quel confessionismo di Stato che ha dato impulso al Concordato del 1984 e che la componente politica italiana ha tentato di rallentare nel corso degli anni. La trattazione dimostra come solo l'attività della Corte costituzionale abbia permesso la rimozione degli ultimi residui di confessionismo ancora presenti nel codice penale e nella legislazione post-fascista. Oggi, i principi di libertà di religione e di non-discriminazione hanno consentito, anche attraverso le intese con le religioni diverse dalla cattolica, un importante sviluppo del diritto ecclesiastico che finalmente si riappropria di un sentimento religioso ormai da considerarsi "globale". Inoltre, anche l'opera di rinnovamento iniziata da Papa Francesco, teso al ritorno a una Chiesa più solidale e sociale e meno gerarchizzata, ha consentito una rilettura delle relazioni fra individuo, coscienza e fede che ha dato nuova linfa ai rapporti fra Stato e Chiesa e a un dialogo di più ampie vedute con gli altri culti. Di questa nuova visione non può che giovarsi in senso positivo il diritto ecclesiastico, a mano a mano che si sciolgono nodi e contrasti, in nome di un "unico Dio" che le diverse fazioni religiose da secoli tengono in piedi.
