Giorgio è un facoltoso ingegnere meccanico che lavora e vive a Milano con la sua famiglia. La sua vita viene completamente stravolta quando il suo unico figlio, Alberto, un giovane promettente archeologo con la passione per la storia delle civiltà precolombiane, organizza una spedizione internazionale in Honduras, alla ricerca della leggendaria «Ciudad Blanca», ovvero la Città Bianca, un sito archeologico oggetto di studi da parte di esploratori e archeologi sin dal XVI secolo ma mai trovato, risalente alla civiltà dei Maya. Dopo pochissimi giorni, però, Giorgio e sua moglie Rita perdono i contatti con l'amato figlio. Le speranze di ritrovarlo vivo sembrano svanire quando, dopo giorni di ricerche e di angoscia, a Giorgio viene fatto recapitare, in ufficio, il pacco contenente la testa mozzata del figlio. La tragedia e la modalità di esecuzione con cui è stato ucciso Alberto sconvolge la vita dei coniugi, tanto che Rita non regge al dolore della morte del figlio, suicidandosi. Rimasto solo nella sua disperazione, Giorgio medita vendetta per ciò che è successo alla sua famiglia e, dubitando della risolutezza delle indagini da parte delle autorità honduregne, parte per l'Honduras in compagnia di un altro padre a cui è stato ucciso il figlio. Arrivati in Mosquitia, i due italiani scopriranno verità sconcertanti sull'uccisione brutale dei loro figli e sulla corruzione e l'avidità che vige in quelle terre. Ma, soprattutto, a Giorgio si apriranno le porte di un mondo nascosto e completamente diverso da quello a cui è abituato, un mondo primordiale e sconosciuto alla realtà contemporanea, popolato da indigeni umanoidi, esseri vigorosi e prorompenti che accoglieranno Giorgio come uno di loro, facendogli ritrovare la felicità perduta.