Le fotografie di questo libro non hanno un ordine, come non ne ha la memoria. Sono immagini antiche e recenti, mescolate come foglie trascinate dallo stesso vento dentro una vecchia scatola di latta. Le fotografie parlano tra loro un linguaggio che sfugge alla ragione. È così che la memoria costruisce le proprie città invisibili, dove il passato e il presente camminano insieme, senza sapere chi dei due stia tornando a casa.