Il volume narra le vicende postunitarie di alcuni centri italiani di dimensioni e latitudini diverse (Benevento, Brescia, Genova, Messina, Milano, Roma, Riva del Garda, Torino e Venezia). Si occupa in particolare della rappresentazione risorgimentale che, in un ambizioso tentativo di omogeneizzazione del Paese e negando le tante specificità locali (quella diversità, ad esempio, tra Venezia, Milano, Benevento o Messina che in fondo istituiva l'effettiva impronta di un'identità italiana come storicamente si era determinata) celebrò, in direzione esattamente opposta, un'artificiosa ma politicamente utile identità nazionale. Tutto ciò ebbe luogo nel cuore di queste città e prese forma nella trama generata dalla combinazione di un numero davvero infinito di monumenti commemorativi del Risorgimento, di luoghi simbolici, di targhe in ricordo di eventi insurrezionali, di lapidi con epigrafi dedicatorie, di toponomastiche e itinerari d'ispirazione patriottica, di restauri dei cosiddetti "monumenti nazionali" e del loro immediato intorno.