Nel 1993 il grande regista israeliano Amos Gitai vede a Parigi la mostra su Beirut di Gabriele Basilico. Ne resta colpito e lo contatta per un lavoro sul padre, architetto in Israele negli anni Trenta. Passa un decennio e Gitai ricontatta Basilico per un lavoro su Free Zone, l'area di libero scambio tra Giordania e Israele. Basilico va in Israele con molto poco tempo a disposizione. Gli pare "un pezzo di Europa instabile che naviga in un territorio molto diverso, dove ho visto convivere il terziario avanzato, le nuove architetture, la tensione, l'internazionalità e la dimensione politica come rumore di fondo". Ma la vera meta è la Free Zone, passando per Amman, fotografata dall'alto e nelle periferie. È un'area che vive sul commercio, soprattutto di automobili. Scrive Basilico: "intorno, il deserto. Dentro una città di acciaio e di lamiere in espansione". Forse Blade Runner, sicuramente un nodo nella rete della globalizzazione. Alcune di queste foto sono apparse su "Domus", ma la maggior parte sono inedite. Con questo libro Humboldt Books inaugura la pubblicazione di un Basilico "a colori". Testi di Amos Gitai, Andrea Lissoni e Gabriele Basilico.