In questo libro l'autore Shpëtim Selmani, una delle voci più importanti della scena letteraria kosovara di lingua albanese, intreccia il suo quotidiano di scrittore, attore, padre e marito con la violenza della Storia: la guerra del Kosovo del 1999, vista attraverso i suoi occhi di bambino, il trauma di un intero popolo, e i suoi traumi personali, le difficoltà del dopoguerra e della ricostruzione di sé e del Paese. Racconta la vita di un artista kosovaro che crede nella letteratura più che in ogni altra cosa, ma deve fare i conti con la violenza del passato e del presente. Sullo sfondo la Pristina di oggi, con il suo traffico caotico e la vita di tutti i giorni, la vivace scena artistica e i politici rapaci, gli uomini d'affari senza scrupoli e il complicato rapporto con la Serbia. Il libro esplora temi universali, come l'amore, la guerra, la memoria, la perdita e la speranza, e lo fa con uno stile narrativo intenso e poetico, e una struttura frammentaria che lo rendono unico nel suo genere.