Nel mese di maggio 2005 ricorre il 50° anniversario della scomparsa di Alberto Ascari; in luglio, l'80° di quella di suo padre Antonio. Alberto fu l'ultimo pilota italiano Campione del Mondo. Impresa compiuta nel 1952 e ripetuta l'anno dopo alla guida di una Ferrari. Un tragico quanto banale incidente a Monza, il 26 maggio 1955, ne troncò la carriera che l'aveva visto correre in motocicletta prima, poi con la Maserati e la Ferrari e, da ultimo, con la Lancia. Era figlio di Antonio, anch'egli un asso del volante, protagonista delle stagioni 1924 e 1925 alla guida dell'Alfa Romeo P2, con la quale perse la vita a Montlhéry, durante il G.P. di Francia. Cesare De Agostini, che ai due Ascari aveva già dedicato una biografia nel lontano 1968, ne ha ricostruito le drammatiche vicende alla luce di ricerche più recenti e approfondite e ci restituisce dei due personaggi un ritratto particolarmente coinvolgente. La ricerca iconografica, che ha prodotto oltre 200 immagini, e la documentazione si devono a Gianni Cancellieri, così come la ricostruzione del palmarès dei due campioni nonché di quello di Tonino, figlio di Alberto e nipote di Antonio, che negli anni Sessanta disputò con qualche buon risultato alcune gare minori prima di rinunciare a proseguire nel cammino che era stato del padre e del nonno.