Dell'arte come risorsa per la spiritualità si parla molto, senza tuttavia concretamente indicare come l'arte possa alimentare la spiritualità. Un rapporto indeterminato tra due entità indeterminate, perché s'ignora la natura dell'arte, il suo modus operandi, il bisogno che appaga e le modalità di realizzazione dell'esperienza estetica, mentre la spiritualità è un fantasma che assume definite sembianze solo per i credenti praticanti, minoranza sempre più esigua in una società in via di scristianizzazione. In questo saggio vengono perseguiti e realizzati due obiettivi: la comprensione della natura dell'arte e del metodo - prescritto dall'arte stessa - con cui i comuni fruitori possono farla propria, e la definizione della spiritualità laica. La tesi sostenuta è che attraverso l'esperienza estetica l'uomo - il laico possa realizzare un'intensa spiritualità, e che l'arte sia il solo strumento a disposizione della massa degli uomini comuni, privi di un'esperienza religiosa confessionale, per accedere alla spiritualità.