Il volume, corredato di un repertorio fotografico di ottanta immagini, esplora quattro sacrari di guerra costruiti durante il ventennio fascista: Monte Grappa, Redipuglia, Caporetto e Pocol. Condivisa tra i quattro sacrari è la dimensione territoriale che supera la differenza tra architettura, arte e paesaggio, caratterizzando i siti con rimodellazioni dell'orografia, forme astratte integrate con quelle naturali e percorsi pedonali da esperirsi nello svolgersi del tempo. Queste strategie progettuali li distinguono dagli altri sacrari di guerra del Ventennio, spesso impostati su forme architettoniche e scultoree derivate dagli stili storici. Li collocano in una dimensione modernista condivisa con altre esperienze delle avanguardie storiche del Novecento e li avvicinano all'Arte Ambientale che si sarebbe diffusa trent'anni dopo la loro realizzazione. Pur essendo impostati su una retorica celebrativa della guerra, questi sacrari in parte la superano aprendosi a un'intepretazione contemporanea per la loro capacità di rileggere i luoghi, di promuovere la partecipazione individuale all'evento storico e di far interagire manufatto e natura.