Nel primo volume della Enciclopedia Pratica Bompiani, edita a Milano nel 1938, stampata «nell'anno XVI dell'Era Fascista e II dell'Impero», alla rubrica 'Il volto delle Epoche', le fotografie illustranti le realizzazioni della 'Italia contemporanea', mostravano le immagini del Monumento della Vittoria, di Marcello Piacentini, a Bolzano; la Torre Balilla della FIAT a Marina di Massa; la fontana della Sfera al Foro Mussolini; lo Stadio dei Marmi, di Enrico Del Debbio, con il corredo di due teste dei marmorei atleti; le vedute aeree della Città Universitaria di Roma, e della città di Sabaudia; la statua della 'Vittoria alata del Fascismo' di Arturo Martini.
L'Enciclopedia, largamente diffusa in ambito nazionale, esibiva orgogliosamente le opere architettoniche e scultoree considerate le più emblematiche del Regime, quelle che ottenevano il maggiore apprezzamento popolare, quelle che «la Giovane Italia della Camicie Nere» giudicava le espressioni d'arte più idonee a rappresentare l'epoca mussoliniana. Non è casuale che alcune delle suddette architetture, con i loro autori, costituiscano anche argomenti di questo mio libro che intende analizzare e descrivere aspetti ed episodi peculiari e significanti dell'Era Fascista.
Le difficoltà e i successi dell'architettura italiana degli anni Venti e Trenta non sono riferibili, nel bene e nel male, soltanto al fascismo, ma anche e principalmente all'impegno culturale e all'ingegno, o meno, degli architetti fascisti che indossando la 'camicia nera', progettavano e costruivano, tutti insieme, il monumento al fascismo, o, come diceva Pietro Maria Bardi, «lavoravano da militi del Fascismo per il Fascismo.